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Come realizzare una tartufaia di successo

Chi per la prima volta si approccia a questa realtà, si chiede la convenienza economica che c’è dietro l’impianto di una tartufaia, si tratta della realizzazione di una vera e propria idea di business, per la quale va valutata la fattibilità economica attraverso lo sviluppo di un vero e proprio Business Plan. Quanto costa impiantarla? Qual è la resa di una tartufaia coltivata? Conviene coltivare il tartufo?
Coltivare il tartufo, anche se è un investimento ad alto profitto, non è come trovare una miniera d’oro o del petrolio sottoterra, bensì è una pratica che richiede pazienza, amore per la natura e per il proprio territorio. L’investimento è modesto ed il potenziale guadagno importante, ma per fare in modo che una tartufaia arrivi a produzione nel migliore dei modi bisogna tenere presente determinati fattori:

  • opportuna scelta del sito di impianto, dell’essenza forestale e della specie di tartufo simbionte;
  • disponibilità di piante tartufigene ben micorrizate con la specie di tartufo desiderata;
  • conoscenza approfondita delle caratteristiche pedoclimatiche ed ecologiche della specie di tartufo da coltivare;
  • competenza tecnica nell’impianto della tartufaia e nella gestione colturale pre e post impianto.

È importante scegliere la tipologia di tartufo idonea, da coltivare nel sito prescelto, per l’impianto della tartufaia. Le percentuali di successo aumentano notevolmente se nella zona, il tartufo che si intende impiantare, è già presente allo stato naturale.
Ogni specie di Tuber ha specifiche esigenze, è importante valutare il terreno scelto per la coltivazione analizzandone le caratteristiche strutturali, di tessitura, di acidità e di composizione mettendole in relazione alla tipologia di tartufo che si vuole coltivare. Inoltre è importante valutare l’altitudine, l’esposizione, la pendenza e la vegetazione naturale presente nella zona circostante.
Una volta stabilita la specie di tartufo più adatta all’ambiente del sito d’impianto, occorre scegliere, in relazione alla vegetazione autoctona, l’essenze arboree più idonee da impiantare.

Per le operazioni pre impianto è sempre preferibile rivolgersi ai nostri tecnici per valutare, in base alla conformazione e alle condizioni del terreno, le tecniche colturali più idonee. Premesso ciò, di seguito approfondiremo in linea generale le tecniche d’impianto e le cure necessarie nelle varie fasi di una tartufaia.

Operazioni pre impianto

Diverse sono le tecniche colturali possibili da adottare in base alla tipologia di terreno, in un terreno con presenza di vegetazione arborea ed/o arbustiva si provvede alla rimozione del materiale legnoso. Successivamente si provvede ad eliminare tutti i residui delle radici delle piante e degli arbusti con un estirpatore, pratica da ripetere più volte ed in seguito si effettua un’aratura. Un terreno del genere inoltre necessita di un periodo di riposo, coltivando colture erbacee (utili ad eliminare residui dei funghi simbionti preesistenti) per uno/due anni.
In un campo libero da vegetazione arborea (ex seminativi, terreni marginali, ecc.) andranno asportate o frantumate le rocce e le pietre di grosse dimensioni che ostacolerebbero le lavorazioni e poi si procede con:

RIPPATURA

Una rippatura a circa 70/90cm di profondità, pratica utile a rendere permeabile il terreno negli strati più profondi.

ARATURA

Un’aratura superficiale (20 /30 cm), da fare preferibilmente durante i mesi estivi.

SARCHIATURA

Il terreno andrà sminuzzato mediante un’erpice rotante per l’affinamento delle zolle e sarà così pronto per le operazioni di squadro e per la messa a dimora delle piante.

SQUADRO E TRAPIANTO

Si provvederà alla squadratura del campo mediante picchetti che serviranno a delimitare le file e ad indicare la posizione di messa a dimora delle piante inoltre fungeranno anche da tutori. Successivamente si provvederà al trapianto.

Operazioni post-impianto

Per favorire la fase di attecchimento delle piante è necessario predisporre un irrigazione di soccorso, importante nei periodi di prolungata siccità. Nei primi anni si provvederà al reintegro delle fallanze, si effettueranno alcune sarchiature superficiali (profonde circa 10 cm) per ridurre le erbe infestanti e contestualmente aerare il terreno.

Se ritenute necessarie si potranno realizzare, all’inizio delle estate, delle pacciamature localizzate intorno alle piante micorrizate, pratica utile a conservare un certo grado di umidità del suolo. Riguardo alla necessità della potatura, in letteratura non c’è un comune accordo e non è facile fornire indicazioni precise per le diverse specie arboree, secondo noi va valutata caso per caso in base allo sviluppo delle piante. Quando parte la produzione o si vedono i segni della maturità tartufigena dell’impianto (Pianelli), la tartufaia entra nel periodo produttivo.

Dall’esperienza maturata nelle nostre tartufaie impiantate, la produzione inizia mediamente dopo 5/6 anni anche se in diversi impianti, alcune piante hanno iniziato a produrre i primi tartufi a 4/5 anni. Il nocciolo e il carpino sono più precoci nell’entrata in produzione, rispetto a tutte le querce anche se quest’ultime sono più longeve. Noi consigliamo per il rispetto e la durata della propria tartufaia di seguire comunque i calendari di raccolta, di non raccogliere tutti i tartufi, specie se fioroni, o di piccole dimensioni (questo aiuta a mantenere una certa carica sporale nel terreno). E’ importante non effettuare buche troppo grandi ed è necessario richiuderle subito dopo l’estrazione del tartufo con la medesima terra.

Le operazioni colturali da fare in questo periodo sono propedeutiche a favorire la formazione e lo sviluppo dei tartufi e sono:

SARCHIATURA

Da effettuare alla stessa profondità di quella effettuata nel periodo improduttivo, una sola volta l’anno, alla ripresa vegetativa delle piante (aprile/maggio). Serve a proteggere i tartufi dalla siccità, dalle alte temperature e dagli insetti.

IRRIGAZIONE

Se si ha una sufficiente fonte idrica l’irrigazione garantisce la giusta umidità al suolo, anche in annate particolarmente calde. Bisogna programmare oculatamente gli interventi consigliandosi con un esperto.

POTATURA

Serve ad armonizzare la crescita della pianta e favorire un giusto ombreggiamento del terreno.